Sara Donzelli, attrice e pedagoga. Diploma di attrice all’Accademia dei Filodrammatici di Milano; nel 1983 vince il premio Wanda Capodaglio come miglior attrice giovane del teatro italiano. In teatro ha lavorato con Alessandro Quasimodo, Toni Comello, Flavio Ambrosini, Mauricio Paroni De Castro, Ludwig Flaszen, Enrique Pardo, Massimo Loreto, Jurij Alschitz, Massimo Verdastro, Simone Audemars; in cinema con Carlo Lizzani e Heinz Butler; in televisione con Gianni Serra e per la TV Svizzera con uno special sul poeta Andrea Zanzotto. Nel 2002 consegue il Master in pedagogia teatrale presso il GITIS, l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Mosca. Nel 2005 fonda con Giorgio Zorcù la
compagnia teatrale Accademia Mutamenti, con cui crea spettacoli distribuiti su tutto il territorio nazionale e in alcune tournée all’estero. Nel 2018 si laurea al DAMS dell’Università di Bologna; attualmente frequenta l’ultimo anno di Laurea magistrale al DAMS e l’ultimo anno del corso di specializzazione triennale in Arti Terapia. Fin dagli esordi si dedica alla interpretazione della parola poetica; attualmente è impegnata con il progetto La Lettrice in cui legge brani selezionati di grandi scrittori e poeti.
Francesca Bizzarri, diplomata al Liceo Artistico di Firenze e all’Accademia di Belle Arti di Firenze con Silvio Loffredo, è stata allieva dal 1984 al 1990 dello scultore Ilio Orsetti. I suoi interessi e formazione hanno spaziato in vari settori artistici, dal restauro, alla ceramica, all’illustrazione e alla divulgazione dell’Arte ai ragazzi e ai bambini nelle scuole e nei musei. Amante del teatro ha seguito e collaborato con l’Accademia Mutamenti di Giorgio Zorcù e Sara Donzelli , con il Teatro de Los sentidos di Enrique Vargas, con il Teatro Schabernack e dal 2018 fa parte del gruppo di ricerca di Patrizia Menichelli. Ha esposto in personali e collettive ad Arcidosso, Grosseto, Firenze, Parigi.
Angelo Comisso, diplomato al Conservatorio “B. Marcello” di Venezia. Segue la strada della musica jazz e dell’improvvisazione, suona con molti dei maggiori jazzisti italiani e approfondisce la propria poetica musicale abbracciando il cosiddetto “jazz-europeo”. Collabora stabilmente con il trombettista-compositore tedesco Markus Stockhausen in più progetti musicali: il Duo, il Trio Lichtblick e il quartetto Karta2, esibendosi nei più importanti festival jazz e per le più prestigiose radiotelevisioni europee (BBC, NDR, WDR). Suona con un proprio piano jazz trio e si esibisce in concerti per piano solo dando vita a performance di grande qualità.
Svolge attività didattica in vari istituti; è stato insegnante e responsabile del Music
Activity Department al Collegio del Mondo Unito di Duino. Dal 2007 collabora a spettacoli e recital di Accademia Mutamenti.
Giorgio Zorcù, regista teatrale e curatore di produzioni e progetti di confine tra diversi linguaggi artistici: teatro, danza, arti visive, cinema e musica. Negli anni ’80 dirige l’organizzazione del Festival di Santarcangelo, sotto la direzione artistica di Roberto Bacci.
Dal 1988 è a Milano: dirige il Teatro dell’Arte e il CRT-Centro di Ricerca per il Teatro e negli anni ’90 è docente e coordinatore del Corso di Regia alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Fonda sull’Amiata e cura per le sue ventitré edizioni Toscana delle Culture – Laboratorio internazionale di teatro, musica e arti visive, dando vita ai progetti di land art Arte nella Natura e Oltre il Paesaggio. Nel 2005 con Sara Donzelli fonda a Grosseto la compagnia teatrale Accademia Mutamenti, con cui crea spettacoli distribuiti su tutto il territorio nazionale e in alcune tournée all’estero. E’ segretario del Centro italiano dell’I.T.I. – International Theatre Institute / UNESCO; dirige il progetto del MIUR Scrivere il Teatro, concorso nazionale di scrittura per le scuole per la Giornata Mondiale del Teatro; nel 2019 è nominato dal Comune di Milano nella commissione di esperti per la valutazione delle convenzioni con i teatri cittadini per il triennio 2019-2021.
Intervista al rgista Giorgio Zorcù
La performance: Circe/Fango
performance site-specific
testo di Margaret Atwood, traduzione di Cristiana Franco
con Sara Donzelli, tastiera e sintetizzatore Angelo Comisso
installazioni di Francesca Bizzarri e Giulio Ceraldi
regia di Giorgio Zorcù
Una duna piena di legni portati dal mare, pigmenti ocra, un disco d’acciaio, un trono arrugginito: è il paesaggio postatomico dove Circe, che riemerge dal mito come una rockstar d’altri tempi, prende finalmente la parola e dice ciò che pensa del suo amante Ulisse, e la sua versione di come andò – per davvero – il loro incontro.
Margaret Atwood invita a leggere il mito di Circe non solo dal punto di vista maschile – di chi non sa più come dominare i propri istinti bruti – ma anche da una nuova prospettiva femminile, e trova un nuovo modo di leggere la tradizione.
E se la colpa non fosse sempre delle doti seduttive e incantatrici della donna ma anche dell’incapacità degli uomini di instaurare un rapporto di parità e rispetto? Se le donne fossero stanche di essere circondate sempre da uomini superpotenti e aggressivi e cercassero invece un altro genere di compagno, capace di non temere la propria vulnerabilità?
Ribellarsi al mito può portare a un cambiamento rivoluzionario nel rapporto tra i sessi. Non più uno scontro, ma un incontro condiviso.