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La Repubblica di Cina si Ritira a Taiwan | 7 Dicembre 1949
7 Dicembre 1949, settant’anni fa, il governo della Repubblica Cinese spostò la capitale da Nanchino a Taipei. La Repubblica Cinese nacque dopo la Rivolta di Wuchang, che nel 1912 pose fine al Celeste Impero. Cadde poi in favore della Repubblica Popolare Cinese dopo una guerra civile che, tra alti e bassi, si protrasse dal 1927 al 1950.
Per essere precisi non cadde, ma come detto in apertura, nel 1949 il suo governo si spostò da Nanchino a Taipei, capitale di Taiwan, ed è lì che sta ancora oggi. Ma per non far arrabbiare Xi Jimping (meglio noto come Ping) non la si può chiamare Repubblica di Cina.
Taiwan si dichiara tuttora indipendende e, pur non essendo ufficialmente riconosciuta come tale dal consesso internazionale, resta un sassolino nella scarpa del gigante Cinese. Di sassolini ce ne sono però anche altri e quello che ci interessa oggi è Hong Kong.
La Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong
Hong Kong è una ex colonia del Regno Unito restituita alla Cina nel 1997.
Oggi, insieme a Macao (dove in questi giorni potete trovare il nostro Luca Deravignone che sta raccogliendo gli onori ottenuti dal suo corto OMA), è una delle due regioni amministrative speciali cinesi e come tale gode di una certa autonomia e conserva una costituzione propria (Hong Kong Basic Law) che garantisce ai suoi cittadini una serie di diritti civili che nel resto della Repubblica Popolare Cinese neppure si sognano. La situazione resterà tale, Un Paese, Due Sistemi, almeno fino al 2047 quando il suo status speciale cesserà.
Le Proteste di Hong Kong del 2019
A meno che non viviate su Mercurio saprete sicuramente che da Marzo di quest’anno a Hong Kong è in corso una grande protesta. Tutto nasce da una proposta di legge sull’estradizione che si temeva potesse di fatto sottoporre i cittadini dell’isola alla giurisdizione dei tribunali cinesi. Sotto la pressione delle manifestazioni, Carrie Lam, a capo dell’esecutivo, a Luglio ha sospeso la proposta di legge.
Nel corso del tempo le prosteste si sono trasformate in un più ampio movimento per la democrazia, ed i manifestanti, oltre al ritiro definitivo della legge sull’estradizione, chiedono le dimissioni della Lam, il suffragio universale, il rilascio dei compagni arrestati e l’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente che indaghi sulla condotta della polizia.
Un Movimento Liquido
Il movimento di protesta di Hong Kong non ha leader e si coordina votando sui social media le iniziative da mettere in atto. Anche quando le azioni sono in corso non seguono un rigido piano prestabilito, i passi successivi vengono votati di volta in volta on-line dagli stessi manifestanti, ed i volontari con radio e megafoni aiutano a coordinare chi sta sul campo in accordo con l’esito dei sondaggi.
Si ispirano esplicitamente alla massima di Bruce Lee:
Be formless, shapeless, like water. Now you put water into a cup.
It becomes the cup, you put the water into a bottle it becomes the bottle, you put it in a teapot it becomes the teapot.
Now water can flow, or it can crash.
Be water my friend
Be Water del Fotografo Nicola Longobardi
Be Water è anche il titolo della serie realizzata da Nicola Longobardi, fotografo italiano che in questi mesi segue le proteste di Hong Kong.
La serie ritrae i manifestanti di fronte ad un telo bianco e molti di loro sembrano saltati fuori da un anime. Quasi tutti hanno il volto coperto, tanti sfoggiano ombrelli (simbolo della protesta del 2014) e alcuni hanno l’occhio destro bendato.
La serie completa la trovate qui.
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