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Quasi 820 anni fa, il 18 agosto del 1201, il vescovo tedesco Albrecht von Buxthoeven, giunto per evangelizzare la pagana regione dell’allora Livonia, sancì ufficialmente la fondazione della città di Riga, oggi capitale della Lettonia (Latvia).
Chi di voi l’ha visitata è stato forse a fare quattro passi al Parco Uzvaras o “Victory Park”, un posto dal nome glorioso ma anche, come spiega il fotografo lettone Arnis Balcus, “una storia complessa“.
Victory Park
“Si potrebbe facilmente dire che non c’è niente da fotografare lì, perché è proprio come qualsiasi altro parco“, afferma Balcus. Ma il parco, che occupa un’area di circa 37 ettari sulla riva sinistra del fiume Daugava, “è un parco con una storia complessa“.
Ufficialmente inaugurato nel 1910, alla presenza dello zar Nicola II e del sindaco di Riga, fu inizialmente costruito per commemorare l’indipendenza della Lettonia. Tuttavia il parco ha assunto il nome attuale dopo la vittoria sovietica sulla Germania nazista nella seconda guerra mondiale, divenendo in qualche modo un simbolo che “incarna il trauma storico di una piccola nazione baltica“, dice Balcus.
Il parco è famoso per il suo Monumento alla Vittoria che, dai suoi 79 m di altezza, incombe sullo skyline di Riga, come un promemoria quotidiano della controversa questione che rappresenta.
Il Parco della Vittoria è anche noto per le celebrazioni che si svolgono lì il 9 maggio, quando la comunità russa locale si riunisce lì per celebrare il Giorno della Vittoria. “Naturalmente, è più di una semplice festa nel parco“, osserva Balcus. “È un rito collettivo che definisce la loro identità“.
“Ho scattato le prime immagini a Victory Park dieci anni fa, in un momento in cui stavo iniziando a interessarmi di più agli argomenti legati al mio paese, soprattutto al modo in cui trattiamo l’eredità sovietica“.
Balkus ha lavorato alle immagini a Victory Park per quattro anni, iniziando con la raccolta di informazioni, e creando in una prima fase qualcosa che sembrasse “abbastanza fotogiornalistico o forense“. Nel tempo ha cercato di staccarsi da quella visione cercando qualcosa di completamente diverso, con un approccio più complesso.
“Immagino che il mio obiettivo sia aumentare la consapevolezza su alcuni argomenti complicati legati al luogo da cui vengo. Tuttavia, è difficile dire cosa uno spettatore possa trarre dal lavoro, non sto davvero raccontando una narrazione lineare, è un’improvvisazione artistica.
Ciò significa che c’è il rischio che per alcuni possa creare ancora più confusione, idee sbagliate e ignoranza. Ma spero che per alcuni possa anche scatenare qualcosa di intrigante“.
L’autore
Nato a Riga nel 1978, Balcus (qui il suo canale Instagram) ha vinto per la prima volta il riconoscimento nel 2003 con una serie sulla vita quotidiana dei giovani lettoni intitolata Myself, Friends, Lovers and Others.
Dal lavoro Victory Park è stato realizzato anche un libro, pubblicato da Brave Books, una specie di diario visivo che raccoglie i “taglia e incolla di incontri casuali” dentro e intorno al parco.
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