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Una storia troppo breve per essere raccontata dall’inizio
Potrei far iniziare questa storia dall’inizio, a Denver, nel 1958, quando nasce una bambina a cui viene dato il nome di Francesca.
Oppure potrei farla iniziare dalla fine, a New York, quando proprio ieri, il 19 gennaio, ricorreva un terribile anniversario.
Invece no. Voglio iniziare questa storia in un giorno come tanti, proprio qui in Italia, in una piccola libreria di Roma. È il 1977, quando una ragazza appena maggiorenne entra nella libreria Maldoror.
Inutile che andiate a cercarla, la libreria non esiste più, è ormai scomparsa da anni, proprio come quella ragazza che quel giorno porse al proprietario una scatola affermando: “Sono una fotografa“. Quella ragazza si chiamava Francesca Woodman.
Francesca Woodman in l’Italia
Francesca scatta e sviluppa il suo primo autoritratto a tredici anni, iniziando così una serie di autoritratti che porterà avanti fino alla sua morte.
Conosce già l’Italia, qui ha frequentato la seconda elementare, e qui ha trascorso tutto il 1975 in una vecchia fattoria nella campagna fiorentina con la sua famiglia, così come molte estati.
Grazie ad un programma della Rhode Island School of Design (RISD) ha modo di tornare in Italia, dove starà dal 1977 al 1978 e dove, parlando fluentemente italiano, entra in contatto con intellettuali e artisti che la ispireranno fortemente.
Nel 1979 riparte dall’Italia verso gli Stati Uniti: non tornerà mai più.
L’inizio della fine: il ritorno a New York
Decide di tornare a New York “per fare una carriera nella fotografia” e inizia così ad inviare il suo portfolio fotografico, soprattutto a fotografi di moda. Purtroppo “le sue sollecitazioni non portano da nessuna parte“.
In un appartamento di Rhode Island, riconoscibile in molte delle sue foto, passa un intenso periodo di sperimentazione, utilizzando soprattutto una fotocamera medio formato 6×6, oltre a realizzare numerosi video.
Qui realizza la famosa serie “Space“, seguita poi da “Self-deceit” di cui dice “la cosa che mi interessava di più era la sensazione che la figura, più che nascondersi da se stessa, fosse assorbita dall’atmosfera, fitta e umida“.
I mesi passano, ma Francesca non riesce ad attirare l’attenzione verso suoi lavori. Cade in depressione, complice anche una relazione interrotta, e nell’autunno del 1980 tenta il suicidio.
Il freddo inizio del 1981 potrebbe essere l’occasione buona per avere un po’ di conforto. Viene infatti pubblicato il suo primo libro “Some Disordered Interior Geometries” e inoltre riceve la visita del suo carissimo amico Giuseppe Casetti, il proprietario della libreria Maldoror di Roma.
Ma purtroppo questo non basta.
Quattro giorni dopo, il 19 gennaio 1981, all’età di 22 anni, Francesca salta da una finestra di un edificio nell’East Side di New York.
Oggi Francesca Woodman è considerata una delle fotografe più influenti degli ultimi decenni del XX secolo, le sue foto sono esposte in tutto il mondo e su di lei esistono libri come “Francesca Woodman” meritevoli di stare in ogni biblioteca fotografica.
Il proprietario della libreria Maldoror ha aperto la nuova libreria “Il museo del Louvre” e continua a prestare le opere della Woodman per numerose mostre.
Consigli per la Tua Biblioteca Fotografica
Francesca Woodman
Al momento forse il libro più adatto per conoscere l’opera della fotografa: 114 scatti corredati da parti biografiche e da una bibliografia completa sul lavoro di Francesca.
Francesca Woodman: On Being an Angel
Altro valido volume con numerose foto di francesca Woodman.
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