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3 marzo 1974 | Religioni ritrovate
Il 3 marzo 1974, dopo secoli di stasi, funzionari cattolici e luterani raggiungono un accordo per un’eventuale riconciliazione in una comunione.
Questo evento è eccezionale, in quanto è il primo tentativo di riconciliazione dopo secoli dalla riforma o scisma protestante, che ebbe risvolti di tipo rivoluzionario e che avrebbe cambiato per sempre la cristianità.
Al di là dei grandi grandi movimenti religiosi però, bisogna ricordare che le religioni sono vissute, in tutto il mondo, a livello personale, rimanendo profondamente legate alla ritualità che unisce umano e divino. E proprio questo aspetto è indagato da Giorgia Fiorio nel suo progetto “Il Dono“.
Come si legge dal suo sito “Attraverso una ricerca di tre decadi intorno alla figura umana Fiorio interroga il confine tra realtà e apparenza nella dialettica presenza – visione.”
Dopo il suo primo lavoro di ricerca “Uomini” (1999-2000), dove andava ad indagare le comunità maschili nella società occidentale attraverso una serie di sette monografie, a partire dal 2000 Giorgia Fiorio inizia a seguire il suo progetto Il Dono.
Il progetto l’ha portata ai quattro angoli della terra, esplorando le espressioni rituali del credere nella relazione tra l’essere e il Sacro. Il libro Il Dono ha ricevuto nel 2009 l’alto patrocinio dell’UNESCO e queste qua sotto sono le sue parole e le sue foto.
Giorgia Fiorio: Il Dono
Quale forza trascina le folle di pellegrini attraverso le più alte montagne e la sterminata vastità dei deserti? Che cosa hanno in comune coloro che levano le mani al cielo e coloro che battono la fronte al suolo? Perché alcuni nudi e altri coperti sino agli occhi, altri rasati, lustri come mandorle, o invece con i capelli lunghi ravvolti alle barbe dentro immensi turbanti? Chi abita i corpi trafitti dei flagellanti, chi le membra coperte di cenere, chi c’è sotto la pelle tatuata o dipinta d’intricati disegni, chi dietro le maschere, chi dentro il velo?
L’estasi, la trance, la contemplazione, la meditazione, conducono a una percezione impronunciabile della morte, o a una realtà fisica dirompente?
Attraverso l’esperienza diretta, senza intenzioni enciclopediche, per otto anni ho seguito il cammino di un progetto fotografico, intorno a una ricerca personale: “il Dono”.
Impronte di tracciati diversi convergono sino a sovrapporsi sull’orma della parola dono. Attraverso multiple variabili semantiche – dono – è una delle parole più antiche del linguaggio. Nella sua qualità transitiva incarna principalmente due sensi: offrire/donare e, ricevere, persino prendere. Ma la domanda è da sempre: “che cosa” offrire/ricevere.
[…] Il Dono è la vita, e poiché indissolubile da essa, anche la morte. Speranza promessa di altra vita oltre la vita e ancora altre vite oltre la propria, il cerchio conchiuso della ricevuta vita–grazia che genera altra vita. Poi è subito resa.
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