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Spesso nel nostro immaginario facciamo confusione tra “tutti quei paesi che finiscono in STAN“. Tra tutti questi il meno conosciuto rimane forse il Kirghizistan (in Italia conosciuto anche come Chirghisia), che oggi festeggia, come ogni 31 agosto, la sua indipendenza dall’Unione Sovietica, avvenuta nel 1991.
Diamo insieme un occhio accompagnati dalle parole e le immagini della fotografa californiana Carolyn Drake nel suo progetto “Two Rivers“.
Due Fiumi
I fiumi Amu Darya e Syr Darya si estendono dal confine occidentale della Cina attraverso Tagikistan, Kirghizistan, Kazakistan, Turkmenistan e Uzbekistan, coprendo una distanza di 2.500 km. Sono la linfa vitale della vasta regione, senza sbocco sul mare, situata tra Cina, Russia, Iran e Afghanistan. I greci conoscevano i due fiumi come l’Oxus e il Jaxartes. Un hadith islamico sostiene che siano due dei quattro fiumi che sfociano nel paradiso. La Via della Seta che collegava la Cina all’Europa seguiva i percorsi dei fiumi.
Two Rivers segue i fiumi dalla foce alla sorgente facendo la documentazione fotografica di un luogo in cui le alleanze politiche, i legami etnici, i confini nazionali e la geografia fisica sono in costante mutamento, un vasto ecosistema in cui natura, denaro e storia si intrecciano.
Dopo che il governo sovietico prese il controllo della regione nel 1917, iniziò uno dei progetti di ingegneria più ambiziosi nella storia del mondo, deviando enormi quantità di acqua dai fiumi per portare la produzione di cotone in un’area troppo arida per sostenere un raccolto così assetato. Furono deviate così grandi quantità di acqua che il lago d’Aral, un tempo il quarto lago più grande del mondo, iniziò a scomparire. Quando il governo di Mosca finì nel 1991, apparvero cinque nuove nazioni dell’Asia centrale, gravate da economie fallimentari, confini incongrui e da una crescente crisi ambientale.
Oggi il lago d’Aral è quasi scomparso, sostituito da tempeste di sale e polvere.
L’autrice
Come si legge sul suo sito, Carolyn Drake lavora su progetti fotografici a lungo termine cercando con narrazioni storiche che si intrecciano a possibili alternative. Il suo lavoro esplora le comunità e le interazioni al loro interno, nonché le barriere e le connessioni tra le persone, tra i luoghi e tra i modi di percepire.
Nei suoi lavori include, oltre alla fotografia, collage, disegno, cucito, testo e immagini trovate. È interessata a far crollare il tradizionale divario tra autore e soggetto, il reale e l’immaginario, sfidando binari radicati.