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Il fotografo Edward Weston emette il suo primo vagito a Highland Park, Illinois, il 24 Marzo del 1886.
Se Weston fosse ancora tra noi, probabilmente non sarebbe felice del proliferare di fotografie a diaframmi spalancati che vediamo oggi. La profondità di campo ridotta a pochi striminziti piani non faceva per lui né per i colleghi del gruppo f/64, fondato dal celebre Ansel Adams (di cui il nostro Luca ha già parlato qui e qui).
Il Gruppo f/64
Il nome f/64 corrisponde all’apertura di diaframma che, su una camera di grande formato, restituisce il miglior compromesso tra profondità di campo e diffrazione, permettendo di ottenere la massima qualità del dettaglio e un gran numero di piani a fuoco nella scena (si legga grande profondità di campo).
Il gruppo nasce nella prima metà del ‘900 ed è in continutà con l’esigenza, già manifestata dal movimento della straight photography, di emancipare la concezione della disciplina fotografica, e conseguentemente la sua estetica, dal pittorialismo, che tendeva a scimmiottare quelle che allora erano considerare arti maggiori (pittura e scultura), nel tentativo di superare il complesso d’inferiorità che affliggeva i fotografi del tempo.
Bene, la straight photography, e successivamente il gruppo f/64, rifiutano gli effetti speciali. Per loro la fotografia è altro dalla pittura: ha caratteristiche tecniche che le consentono di essere molto più fedele alla realtà e vanno sfruttate. Da qui i diaframmi chiusi per leggere bene tutta la scena e il Sistema Zonale di Adams per riprodurre in stampa tutta la gamma di sfumature tonali.
Parliamoci chiaro i fedelissimi del gruppo f/64, che per un bel po’ di tempo costituirono la crema della fotografia statunitense, erano dei veri fondamentalisti: per loro ogni immagine non perfettamente a fuoco o non stampata a contatto o non montata su cartoncino bianco o che non avesse nella scelta del soggetto un legame con la realtà, era impura.
La Forma delle Cose
Eppure Weston, prima di diventare un crociato della purezza fotografica, così com’era intesa dai sodali del gruppo f/64, era approdato alla fotografia professionale in veste di ritrattista di strada, vendendo servizi porta a porta.
Per soggetti aveva bambini, animali e funerali, e abusava dell’effetto flou, come imponeva la moda del tempo.
Poi vennero Alfred Stieglitz, il Messico con Tina Modotti, l’amicizia con Ansel Adams ed il gruppo f/64.
Le foto di Weston ci insegnano però che una filosofia fotografica tanto rigida non limita né la soggettività, né l’originalità del fotografo. Infatti era capace di cogliere e registrare la forma delle cose in modo tanto fedele e oggettivo da prenderti per mano e condurti dentro, in profondità, fino al punto in cui non puoi più riconoscere quelle forme e ti perdi nell’astrazione.
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