ATEZ, meglio conosciuto come ZETA, è un muralista e illustratore di origine veneta che collabora con realtà indipendenti e associazioni culturali dal 2015. La scelta del medium murale deriva dalla necessità di raccontare e lasciare messaggi ben leggibili e chiari al di fuori del circuito artistico di gallerie ed esposizioni. Il suo immaginario è fatto di figure umane che si contorcono, si aprono o si fondono con oggetti quotidiani. L’artista mostra la difficoltà dell’uomo nell’aprirsi e nel trovare un proprio posto nella società. Atez si occupa anche di altre discipline artistiche come animazione, video, installazioni e fumetti, cercando sempre di rimanere coerente con il proprio pensiero e stile.
Il filo del discorso
Via dell’Unione, 28 Grosseto
“Il filo del discorso” di ATEZ nasce dalla necessità di raccontare i nuovi legami e i differenti punti di vista, sorti durante il lungo periodo di quarantena. Presenta un’immagine semplice, una galleria ad arcate (simile ai portici delle città) che si estende sino al centro dell’immagine. Da ognuno dei lati emerge un volto dall’espressione incredula o sognante, figure che si guardano, si scrutano e a volte sembrano dialogare. Il tono della composizione è grigio, un colore che enfatizza l’elemento più importante, il filo rosso che entra nella scena dall’angolo sinistro per passare di bocca in bocca tra i personaggi, come a trasmettere un messaggio. Il filo prosegue fino al terminare dei portici, al centro dell’immagine, per scomparire nell’angolo destro.
L’opera comunica la necessità dell’uomo di uscire dai cunicoli in cui è solito abitare, dai quali non vuole separarsi (le case sempre più simili a rifugi di sicurezza) per cercare di creare quel filo logico, che costituisce una trama narrativa con gli altri esseri umani. Un filo che passa di bocca in bocca, di orecchio in orecchio: messaggi, presagi, semplicemente saluti. Per tornare a scoprirsi e a collegarsi.