Durante questo periodo di isolamento tra le quattro mura domestiche, più che mai, l’utilizzo della stanza da bagno, divide il pubblico in due grosse fazioni: chi lo ha “frequentato” più del solito, complice il tanto tempo a disposizione da dedicare a sé stessi e alla cura della propria persona, e chi invece, non sentendosi in dovere di mantenere una sufficiente igiene personale (visti i pochi contatti con il mondo esterno), ha deciso di limitare al minimo le visite nella suddetta stanza.
Nonostante queste divergenze, per molti il bagno rimane il più amato tra gli spazi dove rinfrancarsi, perdersi nei propri pensieri, meditare ed essere semplicemente sé stessi.
Quando ero bambina, il bagno era per me un vero e proprio confessionale. Un tempio tutto mio dove potevo esprimermi in libertà su ciò che era rimasto inespresso nella giornata. Solo in bagno potevo essere me stessa, e alcune volte, immaginare di essere perfino qualcun’altro. In ogni caso, era l’unico luogo dove riuscivo a lasciarmi andare, il mio rifugio.
Nel corso dei secoli il bagno è stato spesso protagonista dell’arte, considerato da molti artisti un’ambientazione consona o addirittura ideale. Ripercorriamo insieme alcune opere iconiche della storia dell’arte che celebrano questa stanza.
L’assassinio di Marat (1793) Jacques Louis David
Jacques Louis David nel 1793 si ritrova a rappresentare in un’ambientazione estremamente pulita, la morte di una delle menti della rivoluzione francese corrispondente ai fatti realmente accaduti, nella vasca da bagno, eroicamente isolato nel silenzio della morte. Lavorava e addirittura riceveva appuntamenti immerso nella vasca da bagno, a causa di una malattia della pelle. Fu proprio in quell’unico luogo dove trovava sollievo che venne pugnalato e ucciso da una donna che aveva ricevuto udienza per una richiesta di grazia. Nell’opera ambientata in questa stanza da bagno, si racconta un fatto di cronaca; pathos e realismo di fine ‘700.
Bagno moresco (1870) Jean-Léon Gérôme
Jean Léon Gérôme dipinse più volte scene ambientate in stanze da bagno, per lo più dipinti di gusto orientalistico; in queste opere il luogo è il bagno turco o la piscina dell’harem ed insieme ad affascinanti particolari esotici, l’artista mostra una realtà sublimata, in un’atmosfera da sogno.
Uomo nel suo bagno (1884) Gustave Caillebotte
Gustave Caillebotte ci offre un’immagine di stanza da bagno dove il soggetto, nudo, si asciuga virilmente il corpo dopo essersi lavato. La rottura più evidente con l’iconografia di fine secolo è il nudo maschile nella pittura e l’ambientazione tradizionalmente riservata alle donne.
Ciò che l’acqua mi ha dato (1939) Frida Khalo
Con l’opera Ciò che l’acqua mi ha dato, Frida Khalo, nell’acqua di una vasca da bagno insieme alle proprie gambe, ci mostra immagini surreali, l’acqua fa emergere ricordi, paure, sessualità e dolore, tutto descritto con un’estrema cura nei dettagli.
Donna nel bagno (1963) Roy Lichtenstein
La Donna al bagno di Lichtenstein è una perfetta immagine pop, ricorda una pubblicità in versione fumetto, un immagine semplice dall’appeal immediato. In questa opera degli anni 60′ l’artista trasforma una donna immersa in una vasca da bagno, in una icona pop che sembra volerci invogliare all’acquisto di un prodotto di bellezza. Invece no, la donna immersa nella vasca, con un sorriso smagliante, e lo sguardo sicuro, sembra voler comunicare allo spettatore che si trova esattamente dove vuole essere, e non dietro i fornelli di una cucina, bensì a concedersi un momento di relax.
Bansky (2020) Mia moglie detesta quando lavoro da casa
Mi pareva doveroso concludere questa piccola selezione di opera di arte ambientate in stanze da bagno con l’ultima “trovata” dello street artist di Bristol. In questo caso l’artista ha direttamente fatto del suo bagno un’opera d’arte. Bansky come tutti noi, si è trovato a vivere il lockdown causato dal Covid 19 tra le mura domestiche. Con l’opera “Mia moglie odia quando lavoro da casa“, ancora una volta è riuscito a stupire e a far parlare il mondo intero di sé. I consueti personaggi della sua arte, hanno questa volta letteralmente preso d’assalto il bagno del creativo inglese. Quanto può essere “pericoloso” per uno street artist, lavorare da casa? Pare che la moglie non abbia gradito. Noi sì! Tanto che ci saremmo aspettati l’assalto dei suoi characters in altre stanze.
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