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Maggio Francese
Cinquantadue anni e un giorno fa, il 3 Maggio del 1968, la polizia parigina caricava i 400 studenti riuniti nel cortile della Sorbonne per manifestare pacificamente.
La reazione all’intervento delle forze dell’ordine fu immediata e violenta, degenerando velocemente in lanci di pietre e barricate.
E’ l’inizio del Maggio Francese, un movimento che portò nelle piazze di Parigi studenti e operai, uniti in una dura protesta contro il capitalismo, l’imperialismo e i rigidi valori della società tradizionale.
La rivolta di Parigi era solo l’espressione transalpina di un più vasto sentire, comune a tutti i paesi industrializzati, che sfocerà in una contestazione di portata planetaria che mette in discussione gli apparati di potere dominanti e le loro ideologie: il Movemento del Sessantotto.
Quello del Sessantotto è un fenomeno ancora oggi controverso e divisivo, perché se da un lato è stato un momento d’innegabile crescita civile, inizio di una stagione di mutamenti sociali profondi, dall’altro, in alcuni paesi, ha innescato una violenta deriva eversiva, che si è trascinata per gli anni a venire.
Anni di Piombo
Così come era avvenuto in Francia, anche in Italia alle contestazione studentesche del Sessantotto fece seguito una grande mobilitazione operaia, ma qui, probabilmente anche a causa della particolare posizione del paese all’interno dello scenario internazionale definito della Guerra Fredda, la dialettica politica diventa tanto estrema da sfociare nella lotta armata e nel terrorismo.
L’Italia infatti, pur essendo nella sfera d’influenza statunitense, vantava il più grande partito comunista dell’Europa Occidentale. Ciò la poneva – non solo geograficamente – sulla linea di faglia della Cortina di Ferro, che divideva il Blocco Occidentale da quello Orientale.
Così, mentre le tensioni sociali crescevano e il PCI guadagnava consensi, le ingerenze sovietiche ed americane si moltiplicavano, dando vita ad una feconda letteratura dietrologica sulle manovre della loggia massonica Propaganda 2 di Licio Gelli e dei gruppi clandestini all’interno della NATO, della CIA e dei servizi segreti italiani.
Su questo scenario proliferavano formazioni terroristiche di destra e sinistra che, oltre ad attentati clamorosi, produssero uno stillicidio continuo di attacchi e sequestri ai danni di semplici cittadini, forze dell’ordine, politici, imprenditori, impiegati di banca e giornalisti.
Quello che va dalla fine degli anni ’60 all’inizio degli ’80 è probabilmente il periodo più oscuro e sanguinoso della nostra storia contemporanea e non a caso prende il nome di Anni di Piombo.
Amore e Piombo
Amore e Piombo: the photography of extremes in 1970’s in Italy è un libro fotografico – edito da Archive of Modern Conflict in concomitanza dell’omonima mostra presso la Brighton Photo Biennial del 2014 – che raccoglie le immagini realizzate dai fotografi dell’agenzia romana Team Editorial Services (il libro sembra essere ancora disponibile qui) che raccontano la contraddittoria Italia degli anni ’70. Le fotografie parlano della violenza sulle strade, del terrorismo, delle battaglie per i diritti civili e delle frivolezze del gossip.
Un ritratto intricato degli Anni di Piombo, il periodo più turbolento della nostra storia.
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