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10 Gennaio 1938 | Nasce Josef Koudelka
Il 10 gennaio 1938, nasceva in Moravia (oggi Repubblica Ceca) Josef Koudelka, fotografo famoso soprattutto per le sue foto che hanno testimoniato gli eventi della Primavera di Praga.
A 12 anni compra la sua prima macchina fotografica con i soldi fatti raccogliendo fragole nei campi e vendendole in un vicino villaggio, continuando a coltivare la sua passione anche mentre studia diventando ingegnere aeronautico (incredibilmente ritorna la passione per gli aerei come per William Eugene Smith).
Nel ’67 decide di dedicarsi completamente alla fotografia (e secondo me è stato un grande acchiappo per il mondo intero) diventando poi membro dell’agenzia Magnum: andiamo scoprire insieme tre dei suoi lavori più importanti.
Praga 1968
Nell’agosto 1968 la svolta della sua carriera: mentre è a Praga, rientrato da appena due giorni dopo un servizio fotografico in Romania sugli zingari, si ritrova al centro dell’invasione russa che tentava di sedare con la forza il processo di liberalizzazione avviato con “primavera di Praga”.
La celebre fotografia dell’orologio scattata il 22 agosto 1968 davanti alla spianata di San Venceslao deserta, è una delle sue immagini simbolo. L’orologio indica l’ora di quella che avrebbe dovuto essere una manifestazione di protesta il giorno dopo l’invasione sovietica. L’appuntamento era in realtà una trappola, una provocazione di Mosca per radunare gente in piazza e poter scatenare incidenti che avrebbero giustificato l’ingresso dei soldati sovietici a Praga. Grazie a un passaparola nessuno si presentò.
“Sapevo che era importante fotografare, e quindi lo feci”.
Gypsies
Il primo libro di Koudelka “Gypsies” nasce su un argomento che da sempre lo ha affascinato: gli zingari.
In effetti, da come ci racconta il figlio, egli stesso era un nomade: d’estate a fare foto in giro per il mondo con lo zaino in spalla e il sacco a pelo, d’inverno ospite a casa di amici per mettere a posto le foto scattate.
Exiles
Il suo secondo libro “Exiles” prosegue e porta al massimo il filone dei suoi vagabondaggi in giro per il mondo, raccogliendo una serie di foto dal forte impatto visivo.
Koudelka stesso spiega: “Per quindici anni, non ho lavorato per nessuno. Non ho mai accettato alcun incarico, mai fotografato per soldi. Ho fatto fotografie solo per me stesso. Ho vissuto al minimo. Non mi serviva molto: un buon sacco a pelo e dei vestiti: un paio di scarpe, due paia di calzini e un paio di pantaloni per un anno. Una giacca e due camicie sono durate tre anni“.
Se questo articolo vi ha fatto venire l’acquolina in bocca e volete scoprire qualcosa in più su questo fotografo, vi consiglio di guardare questo interessante video che ripercorre la sua storia e le sue immagini.
Alla prossima FotoCosa del giorno sul blog di CLAN fotografia!
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Gypsies
Il progetto sugli zingari, visti attraverso gli occhi di un “nomade” come Koudelka
Exiles
Il progetto fotografico guidato dal filo conduttore dei suoi vagabondaggi in giro per il mondo
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