FotoCose | la FotoCosa del giorno
7 Gennaio 2015 | Prima di “Je suis Charlie”
Il 7 gennaio 2015 i telegiornali mondiali rimbalzano una notizia impensabile al tempo: un attentato terroristico a Parigi. L’obiettivo la sede del giornale satirico Charlie Hebdo, già incendiata quattro anni prima dall’ISIS per motivi analoghi.
Due uomini armati di Kalashnikov irrompono nella sede del giornale, uccidendo 12 persone. Pochi minuti prima, il settimanale aveva pubblicato su Twitter una vignetta sul leader dell’ISIS Abu Bakr al-Baghdadi. I due terroristi poi fuggono, uccidendo per strada un altro poliziotto, per poi barricarsi e venire uccisi due giorni dopo nello scontro con le forze dell’ordine. L’attentato è rivendicato dalla branca yemenita di Al qaeda.
Quello fu l’inizio delle marce di protesta contro il terrorismo guidate dal famoso slogan “Je suis Charlie” creato dal direttore artistico Joachim Roncin e adottato poi dai sostenitori della libertà di parola della stampa. Questo darà a sua volta origine al contro-slogan “Je ne suis pas Charlie” adottato da chi invece accusava il giornale di razzismo.
13 novembre 2015 | Majoli e l’attentato al Bataclan
Nei mesi successivi in tutta la Francia si assiste ad attentati minori di matrice ISIS, ma il 13 novembre 2015 si raggiunge l’apice. Una serie di attacchi in contemporanea sconvolge Parigi, il più eclatante dei quali è nella sala per spettacoli del Bataclan dove si sta tenendo un concerto: con 90 vittime è il più grave attentato di sempre nella capitale francese.
In quei giorni c’è la fiera fotografica Paris Photo e il fotografo di Magnum Alex Majoli è a cena con un amico a due isolati di distanza dal Bataclan, quando i terroristi aprono il fuoco sul pubblico con i loro AK-47. Majoli non ha la macchina fotografica con sé, ma torna la mattina successiva per raccogliere le impressioni della città.
Come si legge anche sul sito della CNN, Majoli dirà due cose: che Parigi era deserta, e che descrivere quei momenti è difficile.
Un anno dopo, il fotografo Patrick Zachmann racconta la storia dei sopravvissuti all’attacco, potete vedere il suo lavoro alla pagina “Life for paris“.
Anche il nostro connazionale Angelo Ferrillo si reca a Parigi un anno dopo e racconta la sua esperienza nel suo progetto 258 minutes, cosciente del fatto che avrebbe potuto essere lì: “Ho saltato Paris Photo nel 2015 per una coincidenza astrale di pianeti che si intersecavano a costellazioni. Sai quando Paolo Fox ti dice che Venere in Saturno non fa bene al tuo segno zodiacale? Beh, così la pensavo fino a quando sono rimasto inchiodato alla tv vivendo quegli 800km di distanza come una fortuna. “
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