MUAT 2019 – Museo di Arte Temporanea
Quando i barbari conquistarono l’impero romano, lo scontro, tra la cultura e la bellezza classica e la dirompente energia dei popoli che vivevano al di là del confine, fu inevitabile e doloroso. La nostra storia ne parla come di un regresso culturale, di nascita di secoli bui, ma in altre culture, le invasioni barbariche non sono altro che migrazioni di popoli, un contribuito positivo allo sviluppo della storia europea.
Ecco perché, ogni volta che si parla di cambiamento o di arte contemporanea, è inevitabile pensare ai barbari, a quel confine strappato, alla cultura contaminata e alla nascita di nuovi regni. Ogni trasformazione sociale include una variazione di pensiero, di idee e ideali, che si trasformano e tramutano in nuove forme estetiche, in nuove azioni e in stili differenti.
I pareri sono sempre contrastanti, tra chi non mette in discussione i propri canoni e chi, al contrario, è affascinato dalle novità. In un mondo che cambia così rapidamente, che combina culture diverse, esiste una evidente confusione e sovrapposizione di modelli e di visioni, che fa riflettere sul rapporto tra individuo, società e arte. Nasce il bisogno di dare nuove forme alle opere e alle azioni e scoprire i luoghi intorno a noi, capaci di metterci in relazione con gli altri, per costruire nuove identità basate su bisogni e prospettive attuali.
L’idea di invadere la città nasce proprio da questo pensiero. Portare nuovi valori al vecchio impero ormai affaticato. Come rigenerare interesse negli abitanti di una città mutando i particolari imposti da un’arte pubblica fin troppo ordinaria da divenire quasi invisibile?
Esplorazioni urbane
La nuova arte pubblica è arte di strada, pensata appositamente per la città, dovrebbe coinvolgere e comunicare piuttosto che celebrare. Il progetto MUAT – Museo di Arte Temporanea è stato pensato per esplorare monumenti e strade poco frequentate alla scoperta di tutta quell’arte libera e illecita che si sviluppa dalla strada e per la strada. Introdurre furtivamente pensieri ironici e al contempo profondi, diviene un tentativo, perfino grottesco, di richiamare attenzione, su regole da sovvertire e su spazi divenuti con il tempo luoghi anonimi e privi di valore.
CLAN ha provato a realizzare un’idea utopistica per porre l’attenzione sugli oggetti artistici posizionati nell’ambiente urbano.
Il monumento a Ettore Socci
Ettore Socci, politico, scrittore e deputato del collegio di Grosseto che si batté per lo sviluppo della Maremma e per l’abolizione dell’estatatura, è stato per circa un secolo bloccato in un busto rappresentativo nella piazza che porta il suo nome ed è il punto di partenza dell’esplorazione organizzata per l’evento cittadino della Notte Visibile della Cultura 2019. Assalito da zanzare giganti, insetto guida dell’iniziativa MUAT e simbolo di tutta quell’arte piccola ma pungente, il monumento contrappone la sua pesantezza storica e materiale, alla leggerezza delle zanzare di cartapesta, che hanno accompagnato i cittadini lungo tutto il percorso di arte temporanea.
Andrea da Grosseto
In piazza Baccarini, la statua di Andrea da Grosseto, considerato da alcuni studiosi come il primo scrittore in lingua italiana, si è trasformato in un volgarizzatore del nostro linguaggio, traducendo una frase da lui scritta in tutte le lingue parlate dagli abitanti stranieri della città. Mescolare e confondere è anche un messaggio di apertura al futuro, al cambiamento inesorabile che ci aspetta, che si voglia oppure no. La passeggiata esplorativa è proseguita per le vie più isolate del centro storico, alla scoperta di piccole opere di street art lasciate da artisti sconosciuti e scovate casualmente.
Ogni particolare è degno di attenzione, anche se nascosto nel degrado di muri fatiscenti e abbandonati. La ricerca minuziosa di idee, scritte o disegnate, diviene un pretesto per provocare reazioni e per conoscere la città e i suoi abitanti.
Nella mente di molti può sorgere l’idea di un regresso culturale, di un uso non rispettoso di spazi e materiali, di scorrerie barbariche contro la bellezza. Ma di quale bellezza abbiamo realmente bisogno?
Le invasioni monumentali di MUAT2019 sono state realizzate con il contributo di Giada Breschi, Nora Camarri, Martina Goracci, Anita Guerrieri e Caterina Ziemacki.