FotoCose | la FotoCosa del giorno
“Tutto quello che abbiamo fatto, Kertész l’ha fatto prima“. Questo diceva Henri Cartier-Bresson di André Kertész, fotografo tra i grandi del XX secolo che ci ha lasciati esattamente 35 anni fa, il 28 settembre 1985.
Un fotografo dai molti stili
Kertész è stato il primo fotografo ad avere una mostra personale a Parigi, nel 1927, ma il suo riconoscimento a livello mondiale giunse solo molti anni dopo. Dopo la sua morte, ad un’asta di Christie’s del 1997, una stampa della sua foto “Pipa e occhiali di Mondrian” fu venduta per 376.500 dollari.
Nato a Budapest nel 1894, nel 1912 acquista la sua prima macchina fotografica, una maneggevole ICA 4.5×6, che poteva utilizzare senza stativo, nella tradizione dei fotografi “di strada”.
Dopo essere stato arruolato, a causa della depressione post bellica dell’Ungheria si trasferisce nel 1925 a Parigi dove, acquistata una Leica, iniziò a lavorare per la rivista Vu insieme a Henri Cartier-Bresson.
Lo stile che lo accompagnerà per tutta la vita è estremamente eclettico e innovativo, spesso ispirato dal surrealismo, dalle sue famose Distorsions di corpi femminili nudi, ai ritratti, alle foto di street.
“Fotografo il quotidiano della vita, quello che poteva sembrar banale prima di avergli donato nuova vita, grazie ad uno sguardo nuovo. Amo scattare quel che merita di essere fotografato, il mondo quindi, anche nei suoi squarci di umile monotonia. Sono nato chiuso, ma un chiuso aperto alla strada, ed ho cercato la felicità nel silenzio di un istante. Batteva intanto il cuore al tempo di un click. Ho cercato gli occhi innocenti, di cui ogni sguardo sembra il primo, le menzogne dietro la superbia ed i sorrisi fatui, fantasmi seduti al sole su delle vecchie sedie. Senza trucchi ho cercato di vedere, ho cercato di capire. Ho cercato di vedere, e quando ho capito, ho lasciato gli occhiali su un tavolo insieme alla pipa.“
Un decennio dopo gli venne offerto un lavoro a New York, dall’agenzia Keystone, e lui, interessato alle nuove correnti artistiche americane, decise di trasferirsi insieme alla moglie Elisabeth.
Qui rimarrà per tutto il resto della sua vita. Dopo un anno, tuttavia, tornò ad essere un fotografo freelance, ma le sue immagini non erano particolarmente gradite al mercato fotogiornalistico americano, dallo stile rigoroso e didascalico al quale fini per doversi adattare per lavorare.
Andando a proporre il suo lavoro alla rivista Life, ad esempio, si sentì dire che “le sue immagini dicevano troppo“.
Negli ultimi anni, malato e confinato in casa, continuò a fotografare dalla finestra di casa, nel 1981 raccolse queste foto nel libro From my Window, dedicato alla moglie morta di cancro nel 1977.
Il 28 settembre 1985 André Kertész morì lasciando più di 100.000 negativi.